
Una bioraffineria per trasformare scarti, CO2 e inquinanti

Grazie ai microrganismi. Con il progetto GoodByO, durerà 3 anni
Sviluppare una bioraffineria di nuova generazione, nella quale microrganismi lavorano per trasformare in prodotti sostenibili scarti agro-alimentari, CO2 originata da materiale organico e acque reflue industriali: è questo l'obiettivo del progetto GoodByO, della durata di tre anni e coordinato dall'Istituto Italiano di Tecnologia. "Aiuterà l'Europa a raggiungere i suoi obiettivi di bioeconomia circolare, favorendo uno sviluppo industriale più efficiente", osserva Valeria Agostino, che guida il programma con Fabrizio Pirri, direttore del Center for Sustainable Future Technologies dell'Iit a Torino. Finanziato dall'Unione Europea attraverso il programma Circular Bio-based Europe Joint Undertaking, il progetto intende introdurre un approccio circolare che dalla biomassa e dagli scarti delle filiere di produzione generi le molecole necessarie alla chimica verde. "Tutto questo è possibile grazie ai microrganismi e alla loro straordinaria diversità metabolica" che, rileva Agostino, permette loro "di nutrirsi di un'ampia varietà di fonti di carbonio, inclusa la CO2, e possono essere istruiti in modo mirato per produrre ciò di cui abbiamo bisogno". Il progetto intende sviluppare quattro fabbriche microbiche su scala pilota, sfruttando i flussi secondari della bioraffineria ChainCraft come materie prime. Questi scarti gassosi e liquidi saranno utilizzati per produrre acido bio-ottanoico, bio-esanolo, carotenoidi, bio-fertilizzanti e proteine microbiche, destinati a settori come la cosmetica, la nutraceutica, l'alimentazione, l'agricoltura e la zootecnia. L'obiettivo è dimostrare la stabilità a lungo termine di questi bioprocessi su scala pilota, raccogliendo dati utili per l'espansione industriale. Il duplice obiettivo è ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e rendere i prodotti bio competitivi sul mercato. Avviato ufficialmente a Torino, GoodByO coinvolge dieci partner da cinque Paesi europei. Tra i partner italiani ci sono Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Torino e Consorzio Italiano Biogas, insieme all'olandese ChainCraft, il Centre for Renewable Energy Sources and Saving (CRES) e Brite Solar dalla Grecia, la Technische Universität di Vienna e Krajete GmbH dall'Austria, e la Masarykova Univerzita dalla Repubblica Ceca.
T.Girard--PS