In Europa 390mila nuovi casi tumore, +1,3% uomini e + 0,6% donne
Corso dedicato ai giornalisti nel centenario nascita di Veronesi
Il 4,3% delle morti per cancro in Europa riguarda i giovani adulti tra i 20 e i 49 anni e in Italia, dove si stimano 390.000 nuove diagnosi ogni anno, per tutte le età si prevede un aumento medio dei nuovi casi dell'1,3% nei maschi e del 0,6 % nelle donne. Sono dati resi noti durante il corso per giornalisti 'Cancro e Media: le sfide per il Giornalismo', promosso dall'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e dall'Unione Nazionale Medico Scientifica di informazione (Unamsi), in occasione dei 100 anni dalla nascita del fondatore dello Ieo, Umberto Veronesi. Nonostante i successi della ricerca e della medicina, la prevenzione e lo screening restano strategie di sicura efficacia per ridurre il crescente impatto della malattia, "tanto che - ha spiegato Roberto Orecchia, direttore scientifico dello Ieo - un aumento della consapevolezza dei rischi e il conseguente abbandono di tabacco, alcol, sedentarietà e obesità, potrebbe da solo ridurre fino al 50% l'incidenza di tumori e un risultato analogo sulla riduzione di mortalità si otterrebbe con diagnosi precoce e adesione agli screening". Ma per Orecchia "in Italia siamo ancora lontani da questi obiettivi: nello screening mammografico siamo migliorati rispetto al 2018, passando dal 46% al 55%. Ma per il colon retto siamo addirittura regrediti, passando dal 35% al 34%. mentre per l'HPV test e pap test siamo passati dal 35% al 41%". In questo quadro comunicazione e informazione restano strumenti fondamentali per sensibilizzare la società , come ha sempre sostenuto Umberto Veronesi, "sottolineando anche - ha detto Ferruccio De Bortoli, editorialista del Corriere della sera e presidente Vidas, fondazione per l'assistenza ai malati inguaribili - che non bisogna perdere di vista la cura delle parole da utilizzare, con un pubblico inevitabilmente in situazione di fragilità". In questa prospettiva, i social sono oggi imprescindibili considerando che, come ha sottolineato Beatrice Mautino, podcaster e divulgatrice scientifica, gli italiani spendono in media 5 ore e 39 minuti on line, e una percentuale che supera il 71% utilizza il web per cercare informazioni. Tuttavia solo una frazione fra l'1 e il 3 % del tempo online è dedicato ai siti, tutto il resto è per i social. Ma il ruolo del giornalismo resta basilare perché i media tradizionali, tv, giornali e radio, sono quelli che alla fine determinano se una notizia, pur nata sui social, diventa virale. Resta aperto il dibattito su quanto un'informazione possa e debba essere allo stesso tempo corretta, efficace, giusta e virale - ha osservato Cinzia Testa, giornalista Unamsi e presidente della Sala Stampa Nazionale - ricordando basilari regole giornalistiche come riferimento alle fonti autorevoli per una informazione sempre corretta.
G.Perrin--PS