
Rapporto Onu su Haiti, 262 vittime negli attacchi a Kenscoff

"Forze di sicurezza intervenute in ritardo, manca coordinamento"
Gli attacchi perpetrati ad Haiti dalle gang armate nei municipi di Kenscoff e Carrefour appartenenti all'area metropolitana di Port-au-Prince, hanno provocato almeno 262 morti tra il 27 gennaio e il 27 marzo di quest'anno. Lo riferisce un rapporto pubblicato oggi dall'Ufficio integrato delle Nazioni Unite ad Haiti (Binuh) dove si precisa che le vittime tra la popolazione civile sono state 115, mentre sarebbero 147 i membri delle gang rimasti uccisi. A questi si aggiungono anche 8 vittime tra le forze di sicurezza haitiane. Il documento riferisce anche della "estrema brutalità" con cui hanno agito le bande criminali. "Hanno giustiziato uomini, donne e bambini all'interno delle loro case e hanno sparato ad altri sulle strade e sui marciapiedi mentre cercavano di fuggire", si legge nel rapporto, che documenta anche "sette casi di violenza sessuale su donne e ragazze". Come effetto di queste violenze, prosegue il documento, circa 3.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro case. L'ufficio delle Nazioni Unite denuncia inoltre il ritardo con cui sono intervenute le forze di sicurezza nonostante gli stessi funzionari del governo avessero riferito di essere in possesso di informazioni su un attacco imminente in quest'area. Una circostanza, si sottolinea, che denota "una mancanza di coordinamento tra l'esecutivo e la Polizia Nazionale". Secondo gli ultimi dati del Binuh e dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani tra il 1° gennaio e il 27 marzo 2025 almeno 1.518 persone sono state uccise e 572 ferite ad Haiti, a causa di attacchi di bande, operazioni delle forze di sicurezza, nonché atti di violenza perpetrati da gruppi di autodifesa.
D.Petit--PS